Valle Castellana - Castel Manfrino (Casalbergo)

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Il Paese
Numero abitanti  : 1.574                Altitudine : 630m s.l.m

Frazioni e localita' minori : Basto, Cesano,Collegrato,Coronelle,Fornisco,Laturo,Leofara,Macchia da borea, Macchia da sole,Morrice,Pascellata,Pietralta,Pietralta Colle ,Prevenisco,San Vito,Settecerri,Vallenquina, Vallepezzata da borea.  

Valle  Castellana  e' una cittadina all' interno del parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, luogo di interessanti scoperte archeologiche ,con tombe e resti di epoca paleolitica

Lo Storico Niccola Palma accenna all' esistenza di una strada romana che attraversava Bosco Martese e quindi le montagne di Civitella e Campli .L'esistenza di questa strada attraverso la quale sarebbe passato Annibale sarebbe confermata dalla presenza del Castel Manfrino,edificato su una preesistente"statio"romana .

Valle Castellana fu luogo di rifugio per le bande dei briganti, la banda di sciabolone nel 1806, le bande dei leggittimisti borbonici nel 1861.Diversi i monumeti da segnalare  , quali la Chiesa di San Vito (Sec.XII), La chiesa parrocchiale di Valle Castellana  dedicata a Santa Rufina,nei pressi di Macchia da Sole si trova il Castel Manfrino situato su di un altura rocciosa ,con resti delle mura perimetrali,torri e cisterna.Case fortificate dalla singolare architettura databili al XVsec. si possono osservare nella stessa Macchia da Sole e nella vicina Leofara .

ARTIGIANATO ARTISTICO

Tradizionale commercio della legna effettuato sia verso le impervie strade che conducevano a Teramo che verso ascoli lungo il corso del castellano.

ECONOMIA

I Boschi e i pascoli, particolarmente estesi,sono alla base di un economia fatta di agricoltura e silvicoltura , ma soprattutto della raccolta di legname, di funghi e di altri prodotti del sottobosco.


Da Valle Castellana in giù seguendo la strada romana

Molte delle frazioni e localita' minori risultano abbandonati, come Laturo, Settecerri, Serra, qualcuno si ripopola in estate come Valzo, Pizzo, Stivigliano, altri sono abitati come San Vito, Pascellata Santa Rufina.

La prima venuta dell’uomo in questi posti è databile all’età preistorica e ciò sarebbe provato da molte pietre antichissime lavorate in tale epoca, rinvenute lungo il letto del Castellano.

Il Palma e ancor più recentemente Giulio Di Nicola nel suo “ Paesi d’Abruzzo” regalano un dato storico ineccepibile!  

Esisteva una strada maestra che partendo da Roma, attraversava la Sabina, entrava nel Piceno attraverso Accumuli, passava lungo la direttiva tra il Pizzo di Sevo e il Pizzo di Moscio, in alta montagna dove è ancora rinvenibile un cippo marmoreo romano che delimita tale antica rete viaria (e chi ha avuto la fortuna di fare escursioni in Laga come me lo ha visto sotto la vetta della Macera della Morte).

La via continuava lungo il cosiddetto Guado di Annibale, attraversato dal grande condottiero dopo la battaglia del Trasimeno, per entrare nel Bosco Martese del Ceppo dove è ancora visibile una rotabile romana, in parte selciata e attraverso Paranesi, Pascellata, Vallefara, il Piano dei Morti, le sorgenti del Salinello tra i monti Gemelli, giungeva nell’attuale Sant’Egidio e poi fino al mare.

A Piana Annunziata, oggi Valle Castellana consiglio una visita alla chiesa della S.S.Annunziata dellXI secolo.

E’ affascinante già dal primo sguardo con il suo splendido portale gotico e la cripta la cui origine si perde nella notte dei tempi.

In verità chi ama l’architettura sacra qui ha di che vedere.

A Santa Rufina la parrocchiale merita più di una visita sommaria e a San Vito l’interno della chiesa custodisce un crocifisso ligneo molto pregiato, oltre alla torre campanaria di pregevole fattura.  

In questa frazione, in località Casa Rossi, una minuscola chiesina posta su di un costone che sembra quasi cadere, databile XII secolo potrebbe farvi innamorare.

Proprio San Vito merita un po’ di tempo.

Accoccolato sotto il Monte Girella, non fatevi fuorviare dalla prima impressione di solitudine!

Il paese è vivo, vivace e tutt’altro che povero.

Qui la popolazione vive essenzialmente di pastorizia e ciò porta bei soldini, anche se il lavoro è tanto.

Sono ancora molte le chiese dei borghi vicini, tutte con tanto di storia e di opere d’arte inaspettate, ma il tempo a disposizione è poco!

Faggete immense, noceti e querceti rendono la valle verde, anche se in questo periodo il colore dominante è il bianco; le case costruite con pietra arenaria colpiscono nella loro bellezza immobile ma è tempo di mangiare! A questo punto potete trovare delle rustiche trattorie nei pressi dell’invaso della diga di Talvacchia dove potrete gustare un ottima trota ai funghi.

Neve permettendo, la giornata potrebbe essere veramente interessante!

 
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